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Ed ella si pardo lietamente,
poi ebbe Macometto ringraziato;
e quel dimonio giunse in Oriente,
ch’agevol cosa gli era esserv’andato.
Perché sappiate di suo convenente,
i’ vi dirò com’egli era adobbato:
forma avea di giogante, sua grandezza
quindici braccia e quattro di grossezza,
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ed era tutto ner come carbone,
gli occhi avea rossi come foco ardenti.
E cavalcava un orribil roncione,
sei braccia grosso e lungo piú di venti.
Quattro leon legati avie a l’arcione,
e un’anca, di dolor, mordea co’ denti
semila porci all’intorno, con zanne
fuor della bocca piú di quattro spanne.
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E come fu nella cittá reale,
e que’ porci si sparser per la terra,
la gente fuggia su per le scale,
e per paura in zarnbra ognun si serra;
e’ porci divoravan per le sale
ciò che trovavan, se ’l libro non erra.
Uomini e donne erano sbigottiti,
e molti per temenza son luggiti.
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Giugnendo in piazza l’orribil giogante,
lá dove molta gente armata avea,
perché egli avea si feroce sembiante,
sbigottiva chiunque lo vedea.
Giudicandosi morto, il re davante
gli venne e dimandòl quel che volea;
ed e’ rispose: — lo sono un de’ Balbani
di Macometto, iddio degli romani,