Pagina:AA. VV. – Opuscoli e lettere di riformatori italiani del Cinquecento, Vol. I, 1913 – BEIC 1888692.djvu/26

Da Wikisource.

che securamente tutti ritorniamo al regno suo. Chiunque adunque crede a questo bando, ritorna al regno di Dio, dal quale fummo scacciati per la colpa de’ nostri primi parenti, ed è governato felicemente dallo spirito di Dio. Chi non dá fede a questo bando non gode di questo perdono generale; ma per la sua incredulitá rimane in esilio sotto alla tirannide del diavolo, e vive e more in estrema miseria, vivendo e morendo in disgrazia del Re del cielo e della terra; e meritatamente, perciocché non possiamo far maggiore offesa a Dio che farlo bugiardo e ingannatore, il che facciamo non dando fede alle promesse sue. Oh quanto è grave questo peccato della incredulitá, la quale, quanto è in sé, priva Dio della sua gloria e della sua perfezione, oltra al danno della propria dannazione e del continuo cruciato della mente, che sente in questa vita la misera conscienzia. Ma all’opposito colui che si accosta a Dio con vero cuore nella certezza della fede, credendo alle promesse di lui senza una minima suspizione, tenendo per certo che tutto quello, che Dio promette, conseguirá; costui, dico, dá gloria a Dio, costui vive in continua pace e in continua allegrezza, lodando e ringraziando sempre Dio, che l’ha eletto alla gloria della vita eterna, avendo il pegno certissimo, cioè il Figliuolo di esso Dio, per sposo suo dilettissimo, il sangue del quale gli ha inebriato il cuore. E questa santissima fede genera una viva speranza e una constante fiducia della misericordia di Dio verso di noi, vivendo e operando nel cuore, per la qual noi del tutto ci repossiamo in Dio, lasciando a lui la cura di noi, in modo che, sendo securi della benivolenzia di Dio, non abbiamo paura né del diavolo, né dei suoi ministri, né della morte. E questa tanto ferma e animosa fiducia della misericordia di Dio dilata il core, lo incita, e con alcuni dolcissimi affetti lo indrizza verso Dio, e l’empie di ardentissima caritá. Perciò san Paulo ci esorta che andiamo con fiducia al trono della grazia e ci conforta a non gettar via la nostra fiducia, la quale ha grande retribuzione di premio. Questa santa fiducia è generata nel cuore dallo Spirito santo, che ci è comunicato per la fede, né mai evacua dell’amor divino; e di qui procede che da questa viva efficacia siamo