Pagina:AA. VV. – Opuscoli e lettere di riformatori italiani del Cinquecento, Vol. I, 1913 – BEIC 1888692.djvu/71

Da Wikisource.

di ogni evento, che sotto il cielo si facci, o da Dio o dal diavolo, o daH’uomo pio o dall’impio, mostra la origine, la cagione, i progressi e il fine; e tutto ciò da chiari, certi ed indubitati principi delle Scritture sante, accompagnati di si belli e tanto propri esempi e similitudini e comparazioni e divisioni e definizioni, che egli è necessario (se pur non vogliamo essere piú ostentati e fuori del senso comune) a consentirvi. Che cosa debbe l’uomo a Dio, che cosa a sé e che al suo prossimo; quanto sia il beneficio di Cristo, e a cui utile sia, la infírmitá e la potenzia di Cristo, la bassezza sua e la grandezza, la mortificazione nostra e vivificazione, la elezione e reprobazione, e mille altri belli ed utili luoghi qui s’imparano chiaramente, e talmente che con la pratica di questo libro meglio intenderai tutte le cose necessarie della Scrittura santa che coi grandi e ponderosi commentari di molti. Or di questo si grande e celeste tesoro ne siamo tutti debitori a messer Pietro Paolo Vergerio, come stromento della divina provvidenza, in farlo stampare, acciò da tutti potesse esser veduto e posseduto. Egli, venendo d’Italia e lasciando il finto vescovato, per venir al vero apostolato, al qual era chiamato da Cristo, portò seco di molte belle composizioni, e fece come si suol fare, o per incendio della casa propria o per sacco ed esterminio di qualche cittá, dove ognuno scampa con le piú care e piú preziose cose, che egli si trova in casa: cosí il nostro Vergerio, non avendo cosa piú cara che la gloria del Signor nostro Giesú Cristo, ne recò seco quelle cose, le quali ad illustrarla ed allargarla servir poteano. Lasciò adunque i tesori terreni, e portossene seco i tesori celesti e divini, fra’ quali questo ne è uno de’ piú belli e piú rari che si potesse immaginare. E, sapendo egli che le cose buone ed excellenti tanto sono maggiori e megliori e piú lodevoli, quanto a piú persone sono comunicate, lasciommi queste Cento e dieci considerazioni , acciocché io le facessi stampare; il che, come vedete, ho fatto con quanta diligenza ho potuto e saputo fare. Queste Considerazioni , come sanno molti, forono prima dall’autore scritte in lengua spagnola, ma poi da una certa persona pia e degna in lengua italiana tradotte; e - Hiformatori del Cinquecento 1 . 5