Pagina:AA. VV. – Opuscoli e lettere di riformatori italiani del Cinquecento, Vol. I, 1913 – BEIC 1888692.djvu/72

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però non hanno in tutto potuto lasciar le maniere di parlar che della Spagna proprie sono. Ed oltre di ciò vi sono anco qualche parole, ma poche però, del lenguaggio dell’autore; perciocché Giovanni Valdesso fu di nazione spagnuolo, di parentado nobile, di grado onorato e splendido cavaliere di Cesare, ma vie piú onorato e splendido cavaliere di Cristo. Non però egli seguitò molto la corte dopo che li fu rivelato Cristo, ma se ne stette in Italia e fece la maggior parte della vita sua in Napoli, dove con la soavitá della dottrina e con la santitá della vita guadagnò molti discepoli a Cristo, e massime fra gentiluomini e cavalieri e alcune signore in ogni maniera di lode lodatissime e grandi. Pareva che costui fosse da Dio dato per dottore e pastore di persone nobili ed illustri. Benché egli era di tanta benignitá e caritá, che a ogni piccola e bassa e rozza persona si rendeva del suo talento debitore, e a tutti si faceva ogni cosa per tutti guadagnar a Cristo. E non solamente questo, ma egli ha dato lume ad alcuni de’ piú famosi predicatori d’Italia, il che io so, per aver conversato coi medesimi. Non ebbe moglie, ma fu continentissimo, né attendeva ad altro, per quanto poteva, che alla vera mortificazione, nella quale trovandolo la morte, fu perfettamente mortificato, per esser poi perfettamente vivificato nella resurrezione de’ giusti, e godersene con Cristo nostro Signore. Morse in Napoli circa l’anno 1540. Ha lasciato anco alcune altre belle e pie composizioni, le quali per opera del Vergerlo, coni’io spero, sarannovi comunicate. Orsú adunque, fratelli e sorelle nella caritá di Dio e nel precioso sangue di Giesú Cristo, pigliate questo tesoro, e pensate che non sta la cosa ne l’averlo e possederlo, ma nell’uso e nel frutto che se ne raccoglie. Egli ha considerate queste belle cose, non per dar pasto alla sola immaginazione, ma per mandar ciò, che avea considerato e risolto, in esecuzione. Bisogna aver la scienzia si, ma alla scienzia bisogna accompagnar la pratica insieme; perciocché tutta la lode di ogni vertú e arte consiste nella pratica e nelle azioni alla vertú ed arte convenienti. E voi, che nella lezione delle Cento nm’eíle del Boccaccio ed altri simili spendete tutto ’l vostro