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Pagina:AA. VV. – Sonetti burleschi e realistici dei primi due secoli, Vol. I, 1920 – BEIC 1928288.djvu/13

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i - rustico filippi 7

XII

In lode d’un guerriero oltremodo valoroso.

D’una diversa cosa, ch’è apparila,
consiglio ch’abbian guardia i fiorentini;
e qual è que’, che vuol campar la vita,
4si mandi al Veglio per suoi assessini:
ché ci ha una lonza si fiera ed ardita,
che, se Carlo sapesse i suo’ confini
e de la sua prodezza avesse udita,
8tosto n’andrebbe sopra i saracini.
Ma chi è questa lonza, or lo sacciate:
Paniccia egli è; che fate, o da Fiorenza,
11ch’oste non istanziate o cavalcate?
Ché, s’e’seguisce innanzi sua valenza,
com’egli ha fatt’a dietro, si gli date
14sicuramente in guardia la Proenza.

XIII

Ritrae un Pirgopolinice fiorentino del Dugenlo.

Una bestiuola ho vista molto fèra,
armata forte d’una nuova guerra:
a cui risiede si la cervelliera,
4che del legnaggio par di. Salinguerra.
Se ’nsin Io mento avesse la gorgiera,
conquisterebbe il mar, non che la terra;
e chi paventa e dótta sua visèra,
8al mio parer, non è folle néd erra.
Laida la céra e periglioso ha ’l piglio,
e burfa spesso a guisa di leone;
11torrebbe ’l tinto a cui desse di piglio.
E gli occhi ardenti ha via piú, che leone:
de’ suoi nemici assai mi maraviglio,
14sed e’ non muoion sol di pensasgione.