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Pagina:AA. VV. – Sonetti burleschi e realistici dei primi due secoli, Vol. I, 1920 – BEIC 1928288.djvu/211

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xx - messer niccolò del rosso 205

XVI

Amore gli si è insediato dentro il cuore.

Zovene cavalier de senno antico
cum sua compagna mi venne nel core,
per albergarsi sego e farli onore,
4come a casa di lor fedele amico.
Ma lo spirito di vertú mendico,
che nel mezzo si posa et è segnore,
non recognobbe che él fosse Amore,
8e tutto si oscurò quasi nemico.
Se non che l’altra zente lo represe:
— Tristo, ché non receve tu custui,
11di tanta fama, zentil e cortese? —
Poi quello, più per vergogna d’altrui,
che per bontade, lo recolse e tène,
14si ch’ancor spero de lui alcun bene.

XVII

I benefici, che gli vengono dal novello affetto.

Ver’lo meo cor l’anima si rasona:
— Se per amor altra donna ti pigne,
che la zentil donzella, che ni strigne,
4considera primo la lor persona,
e poi quanta paze questa zi dona
cum le sue opre strenue e benigne
d’onore, di merto e di loda digne,
8e come di vertú porta corona.
E pénsati ch’en onne nostro adverso,
sempre che tu la rechèdi, ti porze
11valor e forza, ché seresti perso;
et anche senza toi preghi si accorze
di consolami, s’eo ben mi recordo. —
14Respose il cor: — Sorella, eo me ne accordo. —