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Pagina:AA. VV. – Sonetti burleschi e realistici dei primi due secoli, Vol. I, 1920 – BEIC 1928288.djvu/52

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46 iv - tenzoni politiche fiorentine
Monte.   Sai che ti dico? Chi si paragona,

convèn ben che sia la sua gran potenza,
se del tempo passato ben rasgiona.
Cione.   La rota non è confuta, amico meo,
che pur convèn ch’ora sia novo stato;
però sia saggio chi va al batasteo!
Monte.   Lo campione n’è bene apparecchiato,
si che fará parer lo stato reo:
chi si sia Col, con lui vegna a mercato.

V

TENZONE TRA MONTE ANDREA,
SER CIONE BAGLIONI, SER BEROARDO,
FEDERIGO GUALTEROTTI, CHIARO DAVANZATI
E MESSER LAMBERTUCCIO FRESCOBALDI

1 — MONTE

Nessun oppositore dell’angioino potrá mai superarlo.

Se ci avesse alcun scgnor piú campo,
che speri di volere essere al campo
con que’, c’ha ’l giglio ne l’azzurro campo,
4quanto li piace e vuol prenda del campo;
e lá, ove piú li aggrada, tenda il campo,
e lo fornisca auro piú, ch’agua, c’ha ’m Po:
di sé né di sua gente non fia campo,
8se non come contro a leone cani pò;
tal frutto rende e renderá suo campo,
chi fa sementa: ch’e’ non dice: — l’campo. —
11Ma sempre ver’li suoi nemici ha cor so,
e giá non stanca né riman nel corso;
lo ver cernisce, coni’ ciascuno è corso.
14Pallamidessc, ell’al Merlin dái corso,
s’altro ne speri, che pur quello, ch’or so,
cerniscilme, clié giá non so l’occorso.