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52 | iv - tenzoni politiche fiorentine |
12 — MESSER LAMBERTUCCIO
Guai a Carlo, se affronta il sovrano tedesco benedetto dal papa!
Forte mi maraviglio per che s’erra
vostro saver, che tanto ingegno serra,
dicendo sol sia Carlo que’, che serra
4la terra e ’l mar, si come nave s’erra.
Ché segnor vien, che per forza il diserra:
di questo so che mia mente non s’erra;
e, se Carlo s’adduce a quella serra,
8di sua gente e di lui mai non si serra.
Che la tedesca spada vien, coni’ segna,
per suo colpire, ne mostra la ’nsegna:
11per che ’l papa la benedice e segna.
E, se mi dite, amico, che m’insegna
tal, che vi parla e poi vi fere a segna,
14nego, ché sol mio ’ngegno mi disegna.
13 — MONTE
Il papa? Sta sii per merito di Carlo; venga pur chi vuole a misurarsi.
Chi si move a rasgion follia non versa,
ma può ciascun sue versa
laudare assai, se con saver conversa;
e però guardi ben, chi fa gran versa,
5di riprension diversa
di razionai razon, che lui avversa.
Per ch’i’ approvo mia sentenza conversa
con chi tutto lo ver sa,
di ciò, ch’apporto, ch’altrui par traversa:
10ché la franzese casa, ov’attraversa,
fa ben mutar le versa,
di tal guisa i suo’contrari rinversa;