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XXXVII, 3 «chompiacimento»: corr. dal Morpurgo; — 12 «da gran *: manca l’art.

XXXVIII, 4 «chiascheduno»;—6 «inealtade», da cui Morpurgo ricavò, meno soddisfacentemente, «in lealtade».

XL, 7 «piagesti», ossia «pia(n)gesti»; — io «surressione»; — 13 «mie» corr. da «mia».

XLI, 4 «e dico»: ma «co» nel cod. sta «quasi costantemente» per «ciò» (cfr. Morpurgo, p. 9, n.);—6 «tanti»: una volta sola nel cod.

XLII, 7 «uomo umano»: impossibile.

XLIII, 1, 3 «altri»: suppl. per suggerimento del Morpurgo, che però restituí la lez. diversamente; — «abbi si me»: soppr. «si me»; — 5 «me» suppl.;— «diglo»: Morpurgo corr. «doglio». —2, 7 «noi»: ma nell’archetipo, forse, era «uoi», richiesto dal senso; —8 «discorci oglio»: emend.

congetturale; — 13 «v’»: suppl. dal Morpurgo; — 14 «disprozavate»: tento una correzione.

XXV

ANONIMI

I. — Primo di quattro sonn., che A (11. 1 793-6) mostra appartenenti ad una tenz.; ma può star da solo, e però tralascio i tre rimanenti. Per le questioni relative alla tenz., cfr. p. 147.

II. — Frammento d’un son., scritto in A (c. 172 v) di mano diversa da quella, che scrisse nella stessa facciata un son. di Maglio, e da un’altra, che riempi le facciate successive. Dopo i quattro vv. (su due righe) seguono due altre righe abrase: il resto, in bianco. Lo stile fa pensare a Rustico Filippi.

III. — A (n.° 682) lo attribuisce a Chiaro Davanzati, ma con intestazione di mano diversa da quella dell’aman.; inoltre il son.

segue a tre altri adespoti, al primo dei quali precede la nota: «tenzone iiij» (e al secondo, pur della seconda mano, fu premessa l’attribuzione al medesimo Chiaro). Ma sia il contenuto sia l’esame delle rime mostrano che il quarto son. è del tutto estraneo alla tenz.: con ragione dunque il Gaspary (Zeitschr f. romart.

Phílol. , X, 590) e il Palmieri ( Giorn. datif., XXIII, 124-6) lo considerarono indipendente (checché sostenga ora S. Santangelo, in Pass., III, 237, n. 3). Il Vat. 3214 (n.° 117) lo attribuisce invece ad un maestro Francesco, che vorrá identificarsi con quell’omonimo fiorentino, autore d’una canzonetta e di 7 sonn. conservati in A (cfr. anche Monaci, Crest ., p. 309). Sennonché l’autoritá del Vat. 3214 non è grande, per le rime delle scuole anteriori allo