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78 nota


Notevole la disposizione dei due doppi sonetti sul modello delle coblas tensonadas: a ciascun interlocutore spetta alternativamente ognuna delle clausole d’ogni componimento; in complesso quattro distici e due terzetti, corrispondenti a un intero son., per ciascuno. Altro es. di siffatta forma metrica nella tenz. IV, 2-3.

1-2, 3 «tienci» Egidi: ma è nota la facilitá di confusione tra c e t nelle scritture antiche: «corso» sing., d’altronde, esclude «tienci» plur.; — 5«che» inn. a «si», suppl.; — 6 «verte»: trascurata certo dall’amanuense la lineetta ondulata ( = re) sull’r; — 13 «torso» (e cosí 3-4, vv. 19 «loppa» e 24 «coppo»): nella proposta e risposta i versi debbono terminare con le medesime parole-rime; donde le rispettive correzioni; — 25 «ranoda»: corr. per il senso.

3-4, 2 «conviene» sará «con viene» = «com’viene»; — 3 «ha» suppl.; —11 «chellui»: doveva essere espunta l’u; — 21 «vaga» è congetturale emend. da «ildiuagha» di A; — 23 «Si» suppl.; — 27 «parvi»: anche qui sull’r fu omesso il segno d’abbreviazione corrispondente a ra.

5, 2 «a», om. in A, è in Vat. 3214; — 15 «si contra»: corr. con l’altro ims. — Il distico intercalato dopo le quartine, e conservante le due rime usate in queste, è un’innovazione di Monte: si veda tenz. III, sonn. 1 e 3; tenz. V, sonn. 1, 7, 9 e 11 (cfr. Biadene, in I, IV, 42-4).

III. — In A, n.i 700-2, con l’intitolazione «tenzone III».

1, 6 «secondo che», 11 «fo bene»: «che» e «bene» di troppo.

2, 3 «intendono ne la corona»; con l’inversione s’elimina la sovrabbondanza; — 6 «sengnore ed in alto»: «segnoria» è richiesto dal senso; — 12«antende».

3, 13 «per che»: occorre acquistare una sillaba.

IV. — A attribuisce 18 sonn. ad un rimatore chiamato nelle didascalie «ser Cione» o «s. C. notaio», che si trova in corrispondenza poetica con Monte, Francesco da Camerino e Chiaro Davanzati; mentre un’altra fonte, certamente genuina, ci dá un son. di «ser Cione Ballione», che fu un notaio fiorentino, di cui si hanno notizie a partire dal 1280, e vissuto almeno fino al 1310 (Debenedetti, Nuovi st. sulla Giuntina di rime ant., pp. 30-3). Sembra pertanto legittimo attribuire al Baglioni tutti i sonn. di A, tra cui quello della pres. tenz., composta intorno al 1274-5. I tre componimenti, che la costituiscono, appariscono in A (n.i 863-4) soltanto due, giacché l’amanuense non s’accorse che il secondo è un doppio son. nella giá ricordata forma di cobla tensonada. Né poi il cod. avverte che il n.° 864 forma una tenzone