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giuseppe salomoni 283

con diletto ad udirti,
per imparar da la tua voce eletta
qualche bel madrigale o canzonetta.
     Vidi i rami baciarti,
vidi le fronde ornarti
e, tratti da’ tuoi carmi,
correr i tronchi e i marmi;
e vidi il carro aurato il dio di Deio
spesso arrestar, per ascoltarti, in cielo:
     quel dio ch’assai piú brama
le tue canzoni e l’ama,
vie piú che l’armonia
d’Euterpe e di Talia,
e fa, fermando i corridori adorni
per udirti cantar, piú lunghi i giorni.
     Ma dove incauto e stolto
follemente ho rivolto
le temerarie note?
Lodarti appien chi pote
con cetra d’armonia tumida e pregna?
Tu sol te stessa di cantar sei degna.