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indice e sommario analitico | 453 |
Divisione della materia in cinque quesiti fondamentali (204-205).
Si definisce l’essenza universale dell’amore come desiderio di alcuna cosa (205-206). Confronto di questa definizione con quella del primo dialogo (207). Critica della distinzione tra amore e desiderio (208-209). Unitá sostanziale di amore e desiderio e loro reciproche relazioni nella vita passionale dell’anima (209-212). Non solo amore è sempre desiderio, ma anche desiderio è sempre amore (212-213).
Estensione all’amore di Dio per le creature della definizione universale dell’amore (214-215). Se Dio possa sentire amore: si respinge la tesi negativa di Platone (215-217). In che senso Platone abbia potuto escludere l’eros dalla divinitá (217-219).
Distinzione e differenze tra il bello e il bene (219-221). L’amore universale del bene, secondo Aristotile (221-222). L’amore di Dio per le creature (223). Definizione del bello come «buono con bellezza» (224-225). Definizione della bellezza come grazia che, dilettando l’anima, muove ad amare. Dove si trovi la bellezza e come sia conosciuta (226-228).
L’amore deve aver avuto origine, in quanto postula l’amante e l’amato (228-229). Prima causa agente dell’amore è l’amato, non l’amante (229-230). Ragioni della superioritá dell’amato all’amante (230-231). Critica della contraria tesi di Platone; si discutono gli esempi di Achille e di Alceste (231-233). Come Dio possa amare le creature, pur essendo ad esse superiore (233-235).