Pagina:Alamanni - La coltivazione.djvu/153

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Ponno in gravi dolor condur sovente
Faccia l’albergo suo, che ’n tutto agguaglie
Le biade e i frutti che d’intorno accoglie,
E sia quanto conviensi a quei che denno
Al bisogno supplir dei campi suoi,
510E le mandre e i giovenchi in guardia avere:
E chi ’l farà maggior che non gli chiede
Il suo poco terren, sarà schernito
Dal più saggio vicin; poi seco istesso
Avrà sdegno e dolor, vedendo vota
515Di frutti e d’animai la più gran parte:
E chi l’avrà minor, vedrà talora
Le ricolte guastar, ché ’n sé ristrette
Più che non si devea, corrotta e guasta
Ne sarà parte, e parte a ’l caldo e ’l gielo
520Si vedrà rimaner negletta e nuda
Sotto l’aperto ciel, di tutti preda:
Il cornuto montone, il pio giovenco,
Ch’ebber più del dover angusto il letto,
Sempre afflitti saranno: il buon bifolco,
525Il tuo vago pastor, se non ha il modo
Di la notte acquetar le membra stanche;
L’un dormendo sul dì, vedrai le capre,
Non cacciate d’altrui, mangiar l’ulivo;
E ’l solco torto andar per mezzo i campi.
530Ponga tre corti pria dentro i suoi muri:
Questa, per ricettar le gregge e i buoi