Pagina:Alamanni - La coltivazione.djvu/226

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Il lucente Scorpion la fronte scuopre.
290Già del canuto verno i dì son giunti,
Che ’l famoso Chiron riscalda Apollo:
Già minaccioso in ciel, tra piogge e venti,
Quando si colca il Sol, nasce Orïone.
Or quanti segni ha in ciel, quante facelle,
295E surgendo e cadendo, a pruova fanno
Chi più nevi, tempeste e piogge adduca.
Poco creda il villan, poca aggia spene,
Quando va sotto il Can ch’innanzi caccia
La paventosa Lepre; e quando torna
300L’Aquila nel mattin cogli altri insieme
Ch’ai buon tempi miglior vedea la sera;
E mentre scorre il Sol l’irsuto vello
Del barbato Animal ch’a noi furando
Sì gran spazio del dì, lo dona altrui;
305E mentre umidi tien gli aurati crini,
Quasi rubello a noi, di Aquario in seno,
Ch’ogni sforzo lassù soggiace al verno.
Quando ripiglia alfin l’albergo in Pesci,
Già cresce il giorno assai, che viene appunto
310Quando il fero Leon tutto è in occaso.
Qui dal settentrion, soave spira
Certo fiato gentil ch’Ornitio ha nome:
Fugge Calisto allora, e fuor ci manda,
Per le nevi addolcir, Favonio amato
315Che quanto compie in ciel la Luna un corso,
Tien qui l’