Pagina:Alamanni - La coltivazione.djvu/228

Da Wikisource.

Ci dà fermo segnal del suo pensiero,
Tanto innanzi al seguir, che ben si puote
345Molti danni schivar per chi gli ha cura.
Quando tornando a noi novella Luna
Mostri oscure le corna, e dentro abbracci
L’aer che fosco sia; tema il pastore,
Tema il saggio cultor; ché larga pioggia
350Debbe tutte inondar le gregge e i campi:
Ma se dipinte avrà le guance intorno
D’un virgineo rossor; di Borea in preda
Darà la terra e ’l ciel più giorni e ’l mare:
E s’al quarto suo dì ch’agli altri è duce,
355Lieta la rivedrem, di puro argento,
Senza volto cangiar, lucente e chiara;
Non pur quel giorno allor, ma quanti appresso
Saran nel corso suo, sereni e scarchi
E di venti e di piogge andranno intorno.
360Allor potrà il nocchier sicuro al porto
Drizzar la prora, e scior cantando i voti
A Glauco, Panopea, Nettuno e Teti.
Non men ci dona il Sol non dubbi segni,
Quando surge al mattin, quando s’attuffa
365Tra l’onde al vespro; ; e ci ammaestra e ’nsegna
Qual si deve aspettar la luce e l’ombra.
S’al suo primo apparir ne mostra il volto
D’alcun nuovo color turbato o tinto,
E i dorati capei non sparge in lungo,
370