Pagina:Alamanni - La coltivazione.djvu/75

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forza prende.
L’aspra lappola vil, l’inutil felce,
75L’importuna gramigna, e l’empio rogo,
Pria ch’il nascente fior si volga in seme,
Tanto adopre il poter, ch’aperte al cielo
Mostrin tutte quel dì le sue radici.
E mentre egli opra tal, la sua famiglia
80Con semplici sarchielle attorno mande
Svegliendo quel che tra ’l frumento acerbo
Noioso accresce, e la ricolta mischia.
Gli altri campi felici, in cui si veggia
L’alme biade ondeggiar come il mar suole;
85Poich’il tenero fior pendente scorga
Nel sommo ancor della non ferma spiga,
Se da mille erbe o più sentisse offesi,
Non gli soccorra allor, ché tutto nuoce,
Né si deggion crollar da parte alcuna.
90Preghi divoto pur Eolo e Giunone,
Che ritenghin lassù la pioggia e ’l vento:
Poi con buono sperar disegni il loco
Ove al maturo dì cantando scarche
Dei suoi frutti miglior l’arida spoglia.

95Al fido albergo suo, quanto esser puote,
Prenda il saggio villan l’aia più presso,
Per meno affaticar chi carco viene
Di monde biade, e men sospetto avere
Il mal vicin che dell’altrui si pasce;
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