Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. I, 1960 – BEIC 1723036.djvu/195

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libro terzo 189

ventù in prima e a’ fanciulli; s’e’ fossino freschi e belli, stimerei ivi fosse buona aere e sana, imperoché la età puerile, pare a me, teme e sente molto l’aere e le cose non buone alla sanità. E se ivi fusse quantità di vecchi ben prosperi, diritti e vigorosi, stimarei anche io invecchiarvi. Poi, dicoti, porrei mente che paese, che vicini, come sia aperto o chiuso contro alle scorrerie de’ forestieri inimici, e notarei se questo luogo fusse da sé fertile, o se pur gli bisognasse chiedere le cose d’altronde, e vederei in che modo quelle vi si conducessono, e vorrei sapere se alle subite necessità ivi si possa presto e con facilità porvi rimedio. Essaminerei s’e’ vicini qui fussino utili o dannosi, e domanderei se gli altri casi, pestilenza, febre e simili, raro l’asalisseno; e considerrei se accadendo il bisogno io potessi tôrmi indi senza troppo fare spesa. E sopra tutto con diligenza molto investigherei se ivi e’ cittadini fussino ricchi e onesti; e informare’mi se la terra avesse buono e stabile reggimento, giuste legge e modesti rettori, imperoché, figliuoli miei, se la terra sarà con giustizia ordinata e con maturità retta, a lei mai verranno impeti di nimici, né casi avversi né ira di Dio; anzi, arà buoni a sé vicini, pacifico stato e fermo reggimento. E se i cittadini saranno onesti e ricchi, non aranno bisogno, né voglia di rapire l’altrui, anzi aiuteranno gl’industriosi e onoreranno i buoni.

Lionardo. E dove si troverrebbe mai una sì fatta terra compiuta di tante lode? Se già a voi, il quale vi dilettate abitare in Vinegia, quella una terra non vi paresse in tutte queste meno che l’altre viziosa; certo credo sarebbe difficile trovarla.

Giannozzo. E io pur ne cercherei. Non vorrei avermi a pentire della negligenza mia. E quella ove io trovassi le più e le migliori di tutte quali dissi cose, ivi mi fermerei.

Lionardo. E quale sono le migliori?

Giannozzo. Intendi, Lionardo mio? e’ non mi pare poco giudicarne; e quanto io, testé non bene scorgo il certo, ma così quanto m’occorre inanzi senza pensarvi. Tra queste sarà