Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. I, 1960 – BEIC 1723036.djvu/227

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libro terzo 221

gionare e rispondermi studiasse conoscere e con opere bene asseguire tutto ciò che a quelle s’apartenesse; e anche, Lionardo mio, così faceva per tôlli via d’entrare meco in ragionamenti d’alcuna mia maggiore e propria cosa. Così adunque feci: e’ secreti e le scritture mie sempre tenni occultissime; ogni altra cosa domestica in quella ora e dipoi sempre mi parse licito consegnalle alla donna mia, e lascialle non in tanto a custodia sua che io spesso non volessi e sapere e vedere ogni minuta cosa dove fosse e quanto stesse bene salva. E poiché la donna così ebbe veduto e bene compreso ove ciascuna cosa s’avesse a rassettare, io gli dissi: «Moglie mia, quello che doverà essere utile e grato a te come a me mentre che sarà salvo, e quello che a te sarebbe dannoso e arestine disagio se noi ne fossimo straccurati, di questo conviene ancora a te esserne sollicita non meno che a me. Tu hai vedute le nostre fortune, le quali, grazia d’Iddio, sono tante che noi doviamo bene contentarcene: se noi sapremo conservalle, queste saranno utili a te, a me e a’ figliuoli nostri. Però, moglie mia, a te s’apartiene essere diligente e averne cura non meno che a me».

Lionardo. E qui che vi rispuose la donna?

Giannozzo. Rispuose e disse che aveva imparato ubidire il padre e la madre sua, e che da loro avea comandamento sempre obedire me, e pertanto era disposta fare ciò che io gli comandassi. Adunque dissi io: «Moglie mia, chi sa obedire il padre e la madre sua tosto impara satisfare al marito. Ma, — dissi, — sa’ tu quel che noi faremo? Come chi fa la guardia la notte in sulle mura per la patria sua, se forse di loro qualcuno s’adormenta, costui non ha per male se ’l compagno lo desta a fare il debito suo quanto sia utile alla patria, io, donna mia, molto arò per bene, se tu mai vedrai in me mancamento alcuno, me n’avisi, imperoché a quello modo conoscerò quanto l’onore nostro, l’utilità nostra e il bene de’ figliuoli nostri ti sia a mente; così a te non spiacerà se io te desterò dove bisogni. In quello che io mancassi supplisci tu, e così insieme cercheremo vincere l’uno l’altro d’amore