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326 i libri della famiglia

tutti insieme colla patria sua cadere perdendo in cenere. E simili ostinati e immanissimi animi, quali prima volsero perder la vita che la gara, tutti qui sarebbe lungo perseguirli biasimando; quali sempre negarò io siano d’animo stati virili, se per paura che ’l suo no’ gli fusse rapito, così acerbi e pervicaci deliberoron perderlo sanza frutto alcuno. E quanto e’ dicessero per non servire voler non essere in vita, tanto affermerei non sapessono che cosa sia fortitudine e nolli udirei se volessero persuadermi la vera virtù d’un animo fortissimo stare in non sapere soffrire ogni dolore e ogni sinistra fortuna.

Ma questa disputazion né qui molto, né alla nostra quale vi tesso brevità s’apartiene; così altanto voglio esservi esplicato: niuna contenzion piacermi dove presertim più sia per vincer danno, che utilità vincendo; né mai riputerò non stolto chi pur voglia contrastare a chi di forza a lui sia superiore. Né in uomo ben consigliato mai sarà la speranza del vincere seiunta dalla cupidità del concertare. E stimo el toro, il cavallo e simili raro poter ferire sanza sentire in sé qual e’ dia colpo. E sempre lodarò chi certando vorrà in prima essere sua fama e nome da ogni repreensione e biasimo libera e soluta. Né sempre, né con tutti statuisco esser licito essercitare suo odio grave e acerbo. Alessandro, figliuolo di Filippo re di Macedonia, quando el padre el confortava certasse in que’ giuochi chiamati Olimpi, negò ubidirlo, però che non avea pari a sé con chi essercitarsi e contendere. Lodasi Catone, come in tutta la sua vita e gesti, così in questo prudente e virile, quale verso di Scipione a lui per età minore, da chi esso era non ben voluto, si portò non più difficile che quanto si dovea verso un giovane e men maturo. E certo così a me pare, quanto dicea Cicerone, proprio officio del magnanimo esser placabile, e nulla duro né ostinato. E voglio che voi sappiate che ’l non sapere depor l’odio suol venire o da paura o da troppa intrattabile e villana natura. E interviene che alcuni ivi diventano tuoi capitali e crudeli inimici, dove stimano te non sapere deporre né dimenticarti la inimicizia. E chi troppo sia sollicito e arda d’odio vendican-