Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. II, 1966 – BEIC 9707880.djvu/187

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libro terzo 181

e’ passati sinistri; ragiona e con teco e con altri d’ogni altra cosa che de’ casi e infortuni tuoi. In Roma el simulacro della dea Angeronia aveva la bocca legata e suggellata, e a costei faceano e’ sacerdoti sacrificio nel sacello della dea Voluppia; qual misterio interpetra Macrobio significare che soffrendo con taciturnità le angustie dell’animo tornano poi in voluttà. Ma perché pare, quando siamo soli, meno possiamo non repetere e’ nostri mali, e quando siamo non soli più troviamo da consolarci co’ e’ ricordi e ammonimenti di chi ne ascolta, però mi piace quel precetto antiquo che in tue infelicità e miserie sempre fugga la solitudine. E a questo lodano trovarsi co’ cari noti e amici in teatro, ne’ tempi, e dove siano feste e giuochi privati e pubblici. E simile lodo io el tradursi colla gioventù in villa a quello aiere libero, suso que’ lieti colli, fra que’ culti e prati amenissimi. E per divertere l’animo da ogni trista memoria e duro pensiero, dicovi questo: nulla troverete utilissimo quanto occupare le membra e occupare l’animo vostro ad altre varie o grate o ingrate faccende ch’elle siano. Que’ di Pompeio, quando e’ lo viddero ucciso e tronco giacere in sul lito, tanto restorono di condolersi quanto essi attesero a fuggire. Converrassi adoperare coll’uccello, co’ cani alle caccie, tendere alle fere, a’ pesci. Sarà non disutile intrapreendere qualche patrocinio in la causa del tuo noto o vicino. Così con altri e con simili essercizi sarà utilissimo al tutto lungi fuggire ogni ozio e solitudine. E non vi tacerò quel ch’io provai in me. Parravvi forse cosa lieve, ma ella porta seco ottimo e presentaneo rimedio. Cosa niuna tanto mi disdice da mia vessazione d’animo, né tanto mi contiene in quiete e tranquillità di mente, quanto occupare e’ miei pensieri in qualche degna faccenda e adoperarmi in qualche ardua e rara pervestigazione. Soglio darmi a imparare a mente qualche poema o qualche ottima prosa; soglio darmi a commentare qualche essornazione, ad amplificare qualche argumentazione; e soglio, massime la notte, quando e’ miei stimoli d’animo mi tengono sollecito e desto, per distormi da mie acerbe cure e triste sollicitudini, soglio fra me investigare e construere in mente qualche inaudita macchina da muovere e portare, da fermare e statuire cose grandissime e inestimabili. E qualche volta