Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. II, 1966 – BEIC 9707880.djvu/253

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libro secondo 247

la religion dell’onestà che l’utile loro. A’ viziosi non sarà grato se non quello solo che giovi loro. A noi basterà forse portarci in modo che né in detti né in fatti, né in publica cosa alcuna né in privata, omo possa a ragione dolersi di noi. Viver senza essere dannoso a persona si conviene in tutta la vita, e chiamasi iustizia. Darsi bene accetto alla multitudine sarà faccenda di chi vogli essere riputato umano e affabile e costumato. Questo non succederà co’ viziosi, quali sono viziosi solo perché loro non piaceno le cose oneste. Che faremo adonque? In prima fuggiremo quelle cose che offendono, e acquistano mala grazia così da’ buoni come da’ viziosi. Del resto stimaremo el iudizio degl’ignoranti, facendo bene, simile al gusto de un febricoso. Quelle che molto dispiaceno a chi vede e a chi ode e’ portamenti d’uno omo non ben morigerato, sono fra l’altre molto nocive: la arroganza, pertinacia, malignità, temerità, inumanità, e insumma ciò che viene da stultizia o da furor di mente rapace e pregna di nequizia, cose molto contrarie al bisogno dell’omo in vita. All’omo, quando così constituì la natura che lui non può ben vivere senza gli omini, si conviene dare ogni opera di conciliarci agli altri, e agiungercegli che siano ossequenti a’ comodi nostri. A questo sta grave inimico prima l’arroganza, però ch’ella genera odio, e seguene solitudine. E non sarà men dannosa la ambizione, però che ella continuo eccita contenzione. Nulla disturba la buona affezione e familiar coniunzione quanto la contenzione. Ed è innato vizio allo ambizioso la invidia; e per questo ello diventa iniquo e violento e malefico fraudolente. E questo perseverare ostinato nella sentenza e impresa sua, qual talora alcuni chiamano grande animo, vien pur da impetuosa superbia. L’uomo ben composto vorrà più tosto cedendo e con facilità essere pari agli altri in cose iuste, che con ostinazione superiore in cose contenziose. E molto fidarsi della prosperità sua, e ardir quanto gli porge la sua ambizione e superbia, spesso diede in ruina omini ben possenti e molto fortunati. Utile ricordo: nelle cose dubbie reggetevi con prudenza, in le avverse con fortitudine; non vi abandonate nelle prospere, sopra tutto raffrenatevi con modestia, escludete lungi ogni fasto e superbia. E gioveratti, se quanto tu più potrai, tanto meno vorrai. Giovani,