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378 dissuasio valerii

che amando e odiando sempre sono audace e bestiali; sempre parate a nuocere nuocono, e volendo giovare non raro ancora nuocono. Così adunche e volendo e non volendo pure nuocono. Deianira si vendicò, e quello era preparato a festività e letizia condusse a lagrime, e chi doveva vestirsi la camicia spogliò sua vita. Precipitosa femmina e sanza niuna sanità sempre reputa da seguire non quello che l’onestà e la ragione, ma quello che l’apetito persuade, e come gode piacere a tutti, così ostinata preferisce quello che a sé piace. Ercule con sue fatiche vittorioso, poi ch’ebbe superato infiniti terribilissimi mostri, solo da uno inumanissimo fu vinto: così e deplorando il suo caso e da essere deplorato finì, guasto da una femmina. Avea costui sostenuto il cielo con sue spalle, né però valse sostenere se stessi in dispregiare una vile femmina. Fallace femmine, che in sue risposte sempre sono ambigue, e negandoti sempre inframettono parole che paiono prometterti, e benché paiano negare, niuna mai niega. Contro alla copia dell’oro non valse la torre d’Acrisi, se bene interpetriamo, e Dannes per questo perdette sua pudicizia. Persino caricamento di la:Page:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. II, 1966 – BEIC 9707880.djvu/384 in corso...