Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. III, 1973 – BEIC 1724974.djvu/219

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pieno di maraviglioso piacere e certissimo contentamento, e io, stolta, il feci essere quanto udisti pieno di lamenti, sospiri e lacrime. Pur poi piacque alla mia sino allora iniquissima fortuna ch’io certo intesi la nostra durezza essere al tutto ingiusta e la mia suspizione essere falsa. Pertanto io subito me rendetti al mio pazientissimo signore facile e quanto dovea subietta. Lui, come vero era d’animo gentile, e gentilezza mai serba sdegno, subito mi si porse, quanto solea, lieto e pietosissimo. Scopersigli il mio passato errore, e manifesto gli confessai così doversi amando, quanto lui spesso m’avea ricordato, che subito nascendo il sospetto, giova apalesarlo, però che come, o prudentissimo signor mio, tu a me dicevi, l’animo e cuore di chi ama sta tenerissimo, ma poi entrovi inchiuso sospetto o sdegno, fa come l’uovo, quanto più lo scaldi, più indurisce; così l’amante sospettoso, quanto più lo ’incendi con amoroso servire, tanto più dentro a se raddura. E provai io questo in me, quanto più il mio signore mi si dava umile e subietto, tanto più a me pareva avere di mio sdegno ragione; onde intervenne che perseverando in isdegno, quando io poteva, non volli sodisfare alle mie amorose espettazioni; poi quando io e voleva e desiderava, non mi fu licito satisfarmi, però che ’l mio signore, ingiuria de’ tempi, se trasferì a vivere lungi da me in istrani paesi. E così certo interviene, figliuole mie; ove possiamo, non vogliamo, e sempre vogliamo quello che ci è difficile potere. E segueci questo solo per prendere in noi sospetto, però che dal sospetto nasce lo sdegno, per li sdegni il vendicarsi, per vendicarsi le ingiurie, per le ingiurie il perdere i dolci spassi e sollazzi d’amore. Onde poi ci stanno all’animo infiniti dolori a noi e a chi noi amiamo, e il nostro dolce amore si converte in dolore e calamità, e i nostri risi in pianti, e nostri motteggi in bestemmie; cose odiosissime e da molto fuggirle, quali certo fuggiremo, se fuggiremo ogni sospetto.

Adunque vuolsi non fare come molte, le quali sempre sollicite cercano quello che poi elle si dolgono avere trovato, e da tutti investigano ogni atto e passo che facci chi elle amano. Dicovi, fanciulle, credete a me, amoroso piacere quale abbia chi voi ami altrove, può no a voi nuocere se non lo risapete: fuggite saperlo