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390 nota sul testo

dell’originaria sospettosa; nel qual caso sarebbero passate nel gruppo I tutt’e due le alternative; oppure, con minore probabilità, esisteva nell’archetipo la coppia di aggettivi e i gruppi II e III riflettono o l’una o l’altra soluzione. A favore della prima ipotesi pare testimoniare la seguente variante:

p. 227, 19 F3 Ve1Ve1 H V5
non merita essere amato
P T merita corr. con l’agg. sopra di
Altri codd.
può (o )

Qui gli stessi codici del gruppo II sopra riportano quella che sembra lecito supporre sia stata la lezione originale. Ma fuori di tali esempi l’analogia difficilmente si regge; e sarà chiaro da quanto abbiamo esposto fin qui che i rapporti tra i codici sono complicati e tali da resistere ad una semplice classificazione fondata su casi di questo genere, e, quel che più importa, alla dimostrazione di un qualche processo coerente di emendamento dovuto all’autore stesso. In queste circostanze abbiamo creduto meglio attenerci alla soluzione più semplice. Diffidando del ramo della tradizione rappresentata da A B C P T M3, abbiamo preso come base del nostro testo il cod. F1, da cui ci siamo allontanati in pochissimi casi ove si potessero sospettare omissioni o errori di lettura e di trascrizione1. L’apparato registra tutte le varianti importanti, e dimostra quanto abbiamo già detto sopra, cioè che, con relativamente poche eccezioni, la tradizione manoscritta ci presenta un testo sostanzialmente uguale e compatto. Ho accolto dal codice P e stampato come appendice al testo della Deifira l’epistola amorosa, «Se a me fosse licito ...», che potrebbe vedersi come una lettera di Pallimacro alla sua amata, aggiunta dall’autore in coda al dialogo. Essa non figura in nessun altro codice, ma in P si trova, adespota e anepigrafa, tra Deifira e Mirzia attribuite tutt’e due all’Alberti. L’attribuzione dell’epistola all’Alberti in questa edizione deve considerarsi però come provvisoria e non del tutto sicura. Non crediamo che altre tre epistole amorose date all’Alberti dal Bonucci siano opere del Nostro; e soltanto le condizioni della trasmissione di questa epistola in P ci persuadono che, fino a contraria prova, essa debba accogliersi come sua2.

  1. Precisamente nei casi seguenti: pp. 228, 34; 229, 25; 231, 3; 237, 32; 238, 34; 244, 18.
  2. I problemi suscitati da queste quattro epistole amorose, stampate dal Bonucci nellà