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LETTERE

Diversi motivi ci hanno persuasi a includere tra le opere volgari le poche lettere dell’Alberti scritte in italiano. Prima di tutto, l’importante lettera a Matteo de’ Pasti intorno alla costruzione del Tempio Malatestiano, documento assai significativo sia per la storia dell’edificio sia per i principi architettonici ivi espressi, ci pareva potersi considerare quasi un brevissimo opuscolo. Una volta accolta questa tra le opere albertiane, sembrava logico aggiungervi le altre cinque lettere volgari che si conoscono, di cui due si raccomandano pure perché riguardano costruzioni progettate dall’Alberti. Ma il valore di queste poche lettere (accresciuto già dal semplice fatto di essere poche) non si limita all’importanza del loro contenuto artistico o personale; esse ci fanno conoscere non solo un altro Alberti scrittore, diverso da quello delle opere letterarie, morali e tecniche, ma anche le sue abitudini ortografiche. Trattandosi di lettere autografe, abbiamo creduto opportuno in questo caso fare eccezione alle norme già stabilite e generalmente seguite in questa edizione. Ci siamo limitati perciò a sciogliere le abbreviazioni, a punteggiare i testi e a mettervi le maiuscole secondo le consuetudini moderne. Per ciascuna lettera diamo qui sotto le indicazioni bibliografiche essenziali, aggiungendo, ove pare necessario, qualche parola di commento.


I. A Giovanni di Cosimo de’ Medici

Firenze, Archivio di Stato, Carteggio Mediceo, fasc. VI, n. 781.

Edita nell’«Arch. stor. ital.», ser . III, vol. XII, 1870, p. 150, e da G. Mancini, L. B . Alberti Opera Inedita, Firenze, 1890, pp. 285 sgg. Cfr. anche G. Mancini, Vita di L. B. A., 2a ed. cit., p. 371, n. 1: il «Sandro» menzionato nella lettera era fattore dei Medici, e il «borgo» quello