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ital.», ser . III, vol. IX, 1869, p. 7; e da G. Mancini, in Opera inedita cit., p. 288 sgg.
Cfr. anche G. MANCINI, Vita cit., p. 392.
L’Alberti risponde ad una lettera del Marchese inviatagli da Milano in data 22 febb. 1460, in cui lo pregava di aspettare a Mantova il suo ritorno (vedi Braghirolli, op. e loc. cit.).
Mantova, Archivio di Stato, E. XXV . 3.
Edita da G. Mancini, Op. ined. cit., p. 290.
Cfr. anche G. Mancini, Vita cit., pp. 397, 398 (facsimile della lettera). L’Alberti si rallegra col padre per la nomina a cardinale del suo secondogenito, Francesco, avvenuto il 18 dic. 1461.
Mantova, Archivio di Stato, E. XXV. 3.
Edita da G. Mancini, Op. ined. cit., p. 291.
L’Alberti evidentemente voleva comprarsi qualche terreno a Mantova e si rimetteva al giudizio del Gonzaga. Cfr. Braghirolli, op. cit., p. 16.
Mantova, Archivio di Stato, F. II. 8.
Edita da G. Braghirolli, op. cit., p. 14, e da G. Mancini, op. ined. cit., pp. 291 sgg. La lettera sarebbe del 1470. Cfr. G . Mancini, Vita cit., pp. 487 sgg. L’Alberti, parlando del disegno per la chiesa di S. Andrea, nomina Luca Fancelli, lapicida, e Antonio Manetti, architetto. Per l’«Etruscum sacrum» vedi R. Krautheimer, Alberti’s Templum Etruscum, in «Münchner Jahrbuch der bildenden Kunst», XII, 1961, pp. 65-72.