Pagina:Alberti - Della architettura della pittura e della statua, 1782.djvu/157

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libro sesto. 135

da quelli, che meritano d’esser lodati. Et per questo la Grecia si pensò che se le dovesse appartenere, che preso tale assunto, ella havesse a sforzarsi, poi che ella non poteva equipararsi a le ricchezze di coloro, almanco di superargli per quanto ella poteva di prontezza d’ingegno. Et cominciò si come tutte le altre arti, cosi ancora a ricercare questa de lo edificare, dal grembo de la natura, et cavarla in luce, et a maneggiarla, et a conoscerla tutta, considerandola, et contrapesandola con sagace industria, et diligentia. Nè lasciò cosa alcuna in dietro in ricercare che differenza fusse infra gli edificii lodati, et infra i meno lodati. Ella tentò ogni cosa: andando, riveggendo, et repetendo le pedate de la natura, mescolando le cose pari a le impari, le diritte a le torte, le aperte a le più oscure, considerava innanzi, quasi come che e’ dovesse de congiuntione insieme del maschio, et de la femina resultare un certo che di terzo, che desse di se speranza da star bene per il destinato officio. Ne restò ancora ne le cose minutissime di considerare più, e più volte tutte le parti in che modo stessino bene le da destra con quelle da la sinistra, le ritte con quelle da addiacere, le vicine con le lontane, aggiunse, levò via, ragguagliò le maggiori a le minori, le simili a le dissimili, le prime a le ultime, fino a tanto che ella dimostrò chiaramente, che altra cosa si lodava in quelli edificii, che havevano a invecchiare, posti come per stare sempre eterni, et altra in quelli, che si fabbricavano come che non havessino a servire quasi a cosa alcuna, ne fatti per alcuna grandezza, o maiestà. Queste cose feciono i Greci. La Italia in que’ suoi principii havendo solo rispetto a la parsimonia, deliberava che negli edificii dovessino essere le membra come ne gli animali: Si come verbi gratia nel Cavallo, ella giudicava che di raro aviene che esso animale non sia commodissimo a quelli stessi bisogni, per i quali si loda la forma de suoi membri: la onde si pensava che la gratia de la bellezza non si trovasse mai separata, o esclusa da la giudicata commodità de bisogni. Ma acquistatosi poi l’imperio del Mondo, ardendo di desiderio non manco che la Grecia di adornare se, et la sua Città; innanzi che passassero trenta anni la più bella casa de la Città di Roma non che ottenesse il primo luogo, ella non ottenne pure il centesimo. Et abbondando di una incredibile copia di ingegni, che in tal cosa esercitarono, truovo che in Roma si trovarono a un tratto insieme settecento Architettori, l’opere de quali per i meriti loro a gran pena lodiamo tanto che basti. Et sopperendo le forze dello Imperio a bastanza a qual si voglia maraviglia di muraglie, dicono che un certo Tatio spendendo solamente del suo, donò a que’ d’Hostia stufe murate con cento colonne Numidice. Et essendo le cose di questa maniera, piacque loro di congiugnere la grandezza de potentissimi Regi insieme con la utilità antica, di modo che la poca spesa non detraesse cosa alcuna a la utilità, nè la utilità non perdonasse a le ricchezze, et che si aggiugnesse ad amendue tutto quello, che si potesse investigare in alcun luogo, che arrecasse seco dilicatezza, o venustà. Ultimamente non si essendo lasciata indietro mai in alcun luogo qualunche cura, et diligentia de lo edificare, ne divenne tanto eccellente questa arte edificatoria, che ella non haveva cosa alcuna tanto secreta, tanto ascosta, et tanto riposta del tutto, che non si investigasse, non uscisse fuori, et non venisse a luce, mediante la voluntà di Dio, et non repugnante a essa arte. Conciosia c’havendo l’arte edificatoria il suo antico seggio in Italia, et massimamente appresso de Toscani, de quali fuor di que’ miracoli, che si leggono de i loro Re, et ancora de laberinti, et de sepolcri, si truovano alcuni scritti antichissimi, et approvatissimi, che ne insegnano il modo del fare i Tempii, secondo che gli usavano i Toscani anticamente: Havendo dico il suo antico seggio in Italia, et conoscendosi d’esservi ricerca con grandissima instantia, et pare che questa arte si sforzasse quanto più poteva, che quello Imperio del Mondo, che era honorato da tutte l’altre virtuti, diventasse mediante gli ornamenti di se stessa, ancora molto


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