Pagina:Alberti - Della pittura e della statua, Milano, 1804.djvu/60

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di leonbatista alberti. 31

nessuna delle cose dipinte, conforme alle vere, se ella non sarà posta con certa regola distante dall’occhio, non si potrà sguardare, nè discernere. Della qual cosa esporremo la ragione, se mai noi scriveremo di queste dimostrazioni della Pittura, le quali già fatte da noi, gli amici nostri mentre le guardavano con maraviglia, le chiamarono i miracoli della Pittura. Imperocchè tutte queste cose che io ho dette principalmente si aspettano a quella parte: ritorniamo adunque a proposito. Essendo queste cose così fatte, io perciò ho trovato questo ottimo modo. In tutte le altre cose io vo dietro alla medesima linea, ed al punto del centro, ed alla divisione della linea che diace, ed al tirare dal punto le linee a ciascuna delle divisioni della linea che diace. Ma nelle quantità da traverso io tengo questo ordine. Io ho uno spazio piccolo, nel quale io tiro una linea diritta: questa divido in quelle parti che è divisa la linea, che diace del quadrangolo. Di poi pongo su alto un punto sopra questa linea tanto alto, quanto è l’altezza del punto del centro nel quadrangolo, dalla linea diacente divisato, e tiro da questo punto a ciascuna divisione di essa linea le loro linee. Di poi determino quanta distanza io voglio che sia, infra l’occhio di chi riguarda e la Pittura, e quivi ordinato il luogo del taglio, con una linea ritta a piombo, fo il tagliamento di tutte le linee che ella