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Pagina:Albini - Il figlio di Grazia, Milano, Vallardi, 1898.djvu/148

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Il fatto è che c’era in lui una serietà insolita nei fanciulli, ma tutta, direi, interiore; poichè anche di essa egli si sentiva spesso intimidito e cercava di farsela perdonare con una dolcezza esteriore, una bontà così pronta che disarmava tutte le invidie e le diffidenze.

Ora egli era il più assiduo alle prediche del missionario, e andava ogni sera a ripeterle a Dorina che non poteva assistervi. Gli pareva di non aver mai conosciuto la religione fino allora, e diceva a sua madre: — Perchè non m’avete mai detto questo? perchè non mi hanno mai raccontato la vita di Gesù così: e tutto quello che Egli ha detto? —

Il Vescovo arrivò verso sera, in uno degli ultimi giorni d’aprile; una tepida sera serena, a piedi, su per il sentiero della montagna. Lo accompagnò fino al confine la popolazione e il clero dell’altro comune. Una lunga fila serpeggiante sui prati di un verde tenero, smaltato di margherite e di ranuncoli, sotto i meli e i noci in fiore: gli uomini della confraternita in lunghe vesti bianche e piccole cappe rosse, le fanciulle vestite di chiaro con veli bianchi, portanti gli azzurri stendardi della Madonna e coi ceri accesi, che brillavano come macchie gialle sulle siepi ancora insecchite.

Arrivati alla pietra di confine, gli stendardi e le croci d’argento si abbassarono, il baldacchino si ripiegò, e il vescovo passò sotto quello dell’altra parrocchia tutto a splendidi ricami d’oro su fondo rosso. C’era ad aspettarlo tutto il paese, e la nuova processione più numerosa, si avviò intonando le litanie con voce forte e lieta, mentre la prima si disperdeva: le donne e le fanciulle commosse e dolenti che tutto