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questo inevitabile rigermogliare. Si ribellano alla nuova energia, al bisogno istintivo di lottare e di sperare.

La già pigra e chiusa
mente, le porte dell’avvenir spalanca,

dice anche Severino Ferrari nella sua Primavera.

Ma vi è chi, serrata la porta della gioia, dice: «Non si riapre più!» E non s’accorge di tenersi rigido con le spalle contro di essa perchè non si riapra.

La tristezza perenne è spesso un’inerzia dello spirito e del corpo. Osservate se prima che il dolore le colpisse, quelle persone così accasciate oggi, non fossero lente nell’operare, poco disposte alla gioia, facili a veder nubi e a sgomentarsene. Il dolore le butta a terra e ad esse non trovano la forza di rialzarsi.

Eppure ne’ momenti più difficili e paurosi, chi lotta prova quasi un’intima, inconfessata allegrezza. Non vi è accaduto di provar l’impressione d’ingannare gli amici quand’essi vi circondano della loro pietà? Quando siete sole

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