Pagina:Alcune lettere delle cose del Giappone. Dell'anno 1579. insino al 1581, 1584.djvu/55

Da Wikisource.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

DEL GIAPPONE.,J regni. Tuttauia queflo non folo non fù cagione ^indebolirlo ne’fuoi primiferuori j md^dendo che fuo figlio, tornam a far cerimonie gentilefche, lafciando i fuoi buoni propofiti } tanto glie ne rincrebbe, che di malinconia fe ne infermò; ir andandolo a Vifitar fuo figlio, ir dopo fua nora, conino nepotino > cb egli molto amaua: non liyolfe ne parlare, nevedere,moftrando loro gran femimentodiquel c’baueuano fatto. Fà molte limofme, ir altre opere di mifericordia; ir ancor ck /k mal fiano, digiuna il Venerdì ir il Sabato: & èneceffario che m quejto li Tadri lo "Vadano rafrenando. E "vero amico della Compagnia, e tanto %elofo della Chrifiiamtd; che nelle cofe che paiono neceffarie al bene di ejfa, i 3 " della Compagnia, non ha rifpetto ne al proprio mtereffe, ne a latile de’fuoi regni. Etcofs confeglia fpejfo i nojìri, che procurino quanto ponno hauer amicitia con tutti i Signori fe ben fono fuoi nemici; ir che livadano avifitare allevolte, accio che ammettano i padri alle loro tene: ir parimente ch’effendo il fine delle guere incerto, in cafo che i fuoi nemici reftino con laviitoria, è buono batterli guadagnati prima. E tanto familiare di cafa, che moltevolte ci viene anco a mangiare, e trattare con noi, come fojjevno de nofiri fratelli. Et effendo bora il Giappone tutto pieno di guerre t quando ci bifogna andare da Vn luoco all’altro j prende egli l’affonto di darci le guardie per le fue terre, quando fa mefliero: ir nelle terre altrui et I raccomanda a fuoi amici, acciò facD } cino