Pagina:Alcuni opuscoli filosofici.djvu/17

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varie sue parti, si verrà a far la sensazione della vista piu, o meno distinta, secondo, che le dette immagini saranno piu, o meno distintamente sopra la medesima tunica rappresentate. Che tutto poi fosse verissimo, lo provai coll’esperienza, facendo a tutti quelli, che si trovarono presenti affissare gli occhi in una finestra invetriata illuminata chiaramente dal Sole con questa cautela, che non andassero vagando con l’occhio per la finestra, ma fissando la vista in un determinato segno di un di quei vetri, tenessero fermo l’occhio tanto spazio di tempo, che uno dicesse v. g. il Salmo, Miserere. Ora fatto questo, feci, che tutti quelli, che avevano fatta l’operazione, chiudessero gli occhi, & interrogandoli io, che cosa vedessero tenendo così gli occhi chiusi, tutti risposero, che vedevano la medesima finestra co’ vetri distinti l’uno dall’altro da’ piombi con altre particolari minuzie, e quello, che giunse maraviglioso à tutti, fù, il vedersi comparire la finestra di varissimi colori dipinta, ora gialli, ora verdi, ora rossi, ora pavonazzi, e poi svanire, e di nuovo tornare ad apparire, e di nuovo dileguarsi. Di piu accrebbe la maraviglia in tutti, che havendo fatto replicare a occhi aperti la medesima osservazione, e poi facendo rivoltare gli occhi aperti, ora in una parte, ora in un’altra del muro bianco, per tutto da tutti si vedeva l’immagine dell’istessa finestra con quest’altra aggiunta di maraviglia di piu, che guardando un muro piu lontano dall’occhio loro, che non era la finestra vedevano l’immagine della finestra maggiore, che non era la fine-