Pagina:Alencar - Il guarany, III-IV, 1864.djvu/116

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L’indiano esitò di nuovo.

— Se vedrai il capo di Pery spiccato dal busto, sotterralo colle sue armi.

— Perchè questo? Che mi vuoi dire?

— Pery va a passare pel mezzo de’ selvaggi e può morire. Tu sei guerriero, e sai che la vita è come la palma; inaridisce quando le altre piante rinverdiscono.

— Hai ragione. Farò quanto mi chiedi; ma spero vederti ancora.

L’Indiano sorrise.

— Ama la signora; diss’egli stendendo la mano al giovane.

Il suo addio era un’ultima preghiera per la felicità di Cecilia.

Pery entrò nella sala, ove si trovava riunita la famiglia.

Dormivano tutti; solo don Antonio de Mariz vegliava sempre, malgrado la sua vecchiezza; la sua potente volontà creava nuove forze, e rianimava il suo corpo prostrato dagli anni.

Non gli rimaneva che una speranza; quella di morire circondato da coloro che più amava, attorniato dalla sua famiglia; come si addiceva morire a un fidalgo portoghese, con onore e coraggio.

L’Indiano attraversò la sala, e collocandosi presso al sofà ove riposava Cecilia addormentata, la contemplò un istante con un senso di profonda mestizia.

Sarebbesi detto che con quello sguardo ar-