Pagina:Alencar - Il guarany, III-IV, 1864.djvu/91

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— Isabella! diss’egli prendendo le sue mani. Se avete per me alcuna affezione, non mi ricusate la grazia che sto per chiedervi. Cacciate questi pensieri! Ve ne supplico!

La giovane sorrise mestamente.

— Me ne supplicate?... Mi chiedete ch’io conservi una vita, di cui non ho bisogno, e che ricusaste?... Non è ella vostra? Se volete, accettatela; e allora non avete di che supplicare; non vi resta che di comandare!

Lo sguardo ardente d’Isabella fascinava; Alvaro non potè più contenersi; alzossi, e chinandosi all’orecchio della giovane, balbettò:

— Lo voglio!...

Nell’atto che Isabella, pallida di emozione e di felicità, dubitava ancora della voce che risuonavale all’orecchio, il giovane era uscito della sala.

Mentre Alvaro e Isabella conversavano sottovoce, Pery continuava a contemplare la sua signora.

L’Indiano stava pensieroso: scorgeasi che un’idea lo preoccupava e assorbiva tutta la sua attenzione.

Alla fine si alzò, e gettando un ultimo sguardo di tristezza sopra Cecilia, avviossi lentamente alla porta della sala.

La fanciulla fece un leggier movimento e rizzò il capo:

— Pery!...

Trasalì egli, e volgendosi, andò di nuovo a inginocchiarsi da presso al sofà.