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atto terzo 185
Oh me infelice!... Or, che farò?... Ma pria

veder Merope spero. Ah, voglia il cielo,
pria che al tiranno, appresentarmi a lei!
Null’altro io bramo. Omai per me che temo?
Che perder ho, se il mio picciol Cresfonte
mi è tolto?... Eppur, chi sa?... Fors’io m’inganno...
forse... Ma come esser può mai?... La madre
ne saprá forse... E se nol sa?... Deh! come
potrò mai darle io nuova orribil tanto?...
Come tacerla? Oh ciel! Ma, alcun quí giunge;
ascondiamci... Ma no; donna è che viene;...
e sola viene;... e parmi,... ed è pur dessa...
incontriamla.


SCENA SECONDA

Merope, Polidoro.

Polid.   Regina.

Mer.   Oh? Chi m’appella
quí di tal nome omai?... Chi sei, buon vecchio?...
Ma che veggio? se’ tu?... non m’inganno io?...
Polidoro?
Polid.   Sí...
Mer.   Parla: il figlio... Arrechi
a me tu vita,... o morte?
Polid.   ... Al fin... pur... dunque
io ti riveggo... Al fine un bacio imprimo
sulla sacra tua destra.
Mer.   Il figlio, dimmi...
Polid. Oh ciel!... — Parlar quí posso?
Mer.   Il puoi per ora;
non v’ha persona; e sola andarne io soglio,
pria del sole, ogni giorno, a lagrimare
lá, di Cresfonte in su la tomba.
Polid.   Oh tomba