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274 maria stuarda
tuo ministero...

Orm.   Della orribil corte,
ov’io mi sto, di’ meglio: di quest’atra
gente infame, è la colpa. Ardito avrei
tentarti io mai, sol per me stesso? a tanto
Maria fe trarmi; a’ cui comandi appieno
Elisabetta di obbedir m’impone.
Ciò ch’ella volle, io dissi: ed or mi accusa,
di ciò a te stesso un doppio tradimento? —
Deluso omai, no, non sarò: fra voi,
cessi il ciel, ch’io mi adopri in nulla omai.
Io, d’ogni cosa che accader quí debba,
innocente son io; tale or mi grido;
tal griderommi ad alta voce ognora.


SCENA SETTIMA

Arrigo.

Ben di’ tu il ver; presso a colei chi è reo? —

Io son preso a dileggio? oh rabbia! — Udrammi
l’iniqua, ancor sola una volta udrammi.
Di brevi detti ultimo sfogo è forza
ch’io doni al furor mio: ma tempo è poscia
di tentar piú efficaci arditi colpi.