304 |
la congiura de’ pazzi |
|
a placargli oramai...
Bianca Nulla? d’un sangue
non io con loro?...
Raim. Il so; duolmene; taci;
nol rimembrare.
Bianca E che? men caro forse
mi fosti, o sei, perciò? Non sono io presta,
ove soffrir gl’imperj lor non vogli,
a seguirti dovunque? o, se l’altera
alma tua non disdegna aver di pace
stromento in me, son io per te men presta
a favellar, pianger, pregare, ed anco
a far, se il deggio, a’ miei fratelli forza?
Raim. Per me pregare? e chi pregar? tiranni? —
Tu il pensi, o donna? e ch’io il consenta, speri?
Bianca Possanza hai tu, ricchezze, armi, seguaci,
onde a lor far tu apertamente fronte?...
Raim. Pari al lor odio, in petto io l’odio nutro;
maggior d’assai l’ardire.
Bianca Oimè! che parli?
Tenteresti tu forse?... Ah! perder puoi
e padre, e moglie, e figli, e onore, e vita...
E che acquistar puoi tu? Lusinga in core
non accogliere omai: desio verace
di prisca intera libertà non entra
in questo popol vile: a me tu il credi.
Credi a me; nata, ed allevata io in grembo
di nascente tirannide, i sostegni
o ne so tutti. A mille a mille i servi
tu troverai, nel lor parlar feroci,
vili all’oprar, nulli al periglio; od atti
solo a tradirti. Io, snaturata e cruda
tanto non son, che i miei fratelli abborra;
ma gli ho men cari assai, da che li veggo
a te sí duri; e i lor superbi modi
spiaccionmi assai. Se alla funesta scelta