Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
atto primo | 361 |
fa di ragion lo sdegno. Io non mi adiro,
io, cui ragion sol muove.
Diego All’opre tardo,
piú che al parlar, forse ti senti alquanto;
quindi sdegno non hai.
Garzia Piú assai che all’opre,
tardo al temer son io.
Diego Chi ’l sa?
Garzia Il mio brando; —
sapresti tu,... s’io tuo fratel non fossi.
SCENA TERZA
Diego, Piero.
noi fummo ognora...
Piero Placati; ei non merta
l’ira tua generosa. Udisti ardire?
Non che arrossirne, udisti, come altero
nel tradimento ei gode?
Diego Un dí vedrai,
se il suo stolido orgoglio a lui fia tolto:
lascia ch’io regni, e tosto...
Piero A te, per dritto,
si aspetta il trono, è ver; ma, non a caso
parla Garzía cosí. Ben so, che il padre
ogni suo affetto, ogni sua speme ha posto
in te; di te men care ha le pupille;
ma, ver l’occaso ei giá degli anni inchina.
Sai, come langue in senil cor l’amore;
e quanto mal dalle donnesche fraudi
canuta etá si schermi. Egli è Garzía
della madre il diletto: ella n’è cieca;
e noi poco ama, il sai...