Pagina:Alfieri, Vittorio – Tragedie, Vol. II, 1946 – BEIC 1727862.djvu/392

Da Wikisource.


ATTO QUARTO

SCENA PRIMA

Piero, Diego.

Diego Dimmi; che volge in suo pensier Garzía,

che andar, correr, tornar, com’uomo che l’orme
perduto ha di ragion, poc’anzi io ’l vidi?
Piero Oh! non sai ch’egli...?
Diego   E che di lui saprei?
Stanco, tu il vedi, ed anelante io torno
dalle usate mie selve. Io so, che ricca
preda porto, altro non so. Ma biechi
accesi sguardi in me volgea Garzía,
oltrepassando tacito, e veloce
come saetta. Or di’, qual nuova rabbia
il cor gl’invade?
Piero   Ah! non è nuova: ei sempre
te biasma, invidia, sfugge, anco schernisce,
quand’egli il può. Forse il vederti or ora,
cosí qual sei, d’ogni regale insegna
spogliato; e inerme della spada il fianco;
e, nell’aspetto, abitator di boschi
piú che figlio di re; ciò forse il trasse
a sogguardarti con dileggio. Ei danna
tutto in altrui, ciò ch’ei non fa.
Diego   Pur, parmi
piú regia opra stancar le belve in caccia,
che in ozio molle, entro a volumi immensi