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atto primo 223
e i suoi sospiri, e il suo silenzio, ah! tutto

mel dice assai, ch’ella Peréo non ama.
Tranquilla almen, se non allegra, ella era
pria d’aver scelto: e il sai, quanto indugiasse
a scegliere. Ma pur, null’uomo al certo
pria di Peréo le piacque: è ver, che parve
ella il chiedesse, perché elegger uno
era, o il credea, dovere. Ella non l’ama;
a me ciò pare: eppur, qual altro amarne
a paragon del gran Peréo potrebbe?
D’alto cor la conosco; in petto fiamma,
ch’alta non fosse, entrare a lei non puote.
Ciò ben poss’io giurar: l’uom ch’ella amasse,
di regio sangue ei fora; altro non fora.
Or, qual ve n’ebbe quí, ch’ella a sua posta
far non potesse di sua man felice?
D’amor non è dunque il suo male. Amore,
benché di pianto e di sospir si pasca,
pur lascia ei sempre un non so che di speme,
che in fondo al cor traluce; ma di speme
raggio nessuno a lei si affaccia: è piaga
insanabil la sua; pur troppo!... Ah! morte,
ch’ella ognor chiama, a me deh pria venisse!
Almen cosí, struggersi a lento fuoco
non la vedrei!...
Cecri   Tu mi disperi... Ah! queste
nozze non vo’, se a noi pur toglier ponno
l’unica figlia... Or va; presso lei torna;
e non le dir, che favellato m’abbi.
Colá verrò, tosto che asciutto il ciglio
io m’abbia, e in calma ricomposto il volto.
Euric. Deh! tosto vieni. Io torno a lei; mi tarda
di rivederla. Oh ciel! chi sa, se mentre
io cosí a lungo teco favellava,
chi sa, se nel feroce impeto stesso
di dolor non ricadde? Oh! qual pietade