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di vittorio alfieri 251


Bella Napoli, ho quanto, i primi dí!
Chiaja, e il Vesuvio, e Portici, e Toledo,
75 Coi calessetti, che saettan lí;1
E il gran chiasso e il gran moto, ch’io ci vedo,
D’altra vasta città finor digiuno,2
78 Fan sí che fuggon l’ore e non m’avvedo.
Ignoranti miei pari, assai piú d’uno
La neghittosa Napoli men presta,
81 Con cui l’ozio mio stupido accomuno.3
Ma, sia pur bella, ha da finir la festa.
Al picchiar di Quaresima, mi trovo
84 Tra un fascio di ganasce senza testa.4
Retrocediamo a procacciar del nuovo:
Qui non s’impara; io grido: ma non dico
87 «Ch’altri diletti che imparare io provo».5
Già torno al Tebro, e un pocolin l’Antico
Nella Rotonda e il Coliséo6 pur gusto;
90 Ma il troppo odor di preti è a me nemico.
Sí stoltamente hammi impepato il gusto
La mal succhiata Oltremontaneria,7
93 Ch’io d’ogni cosa Italica ho disgusto.
Conobbi in poi, campando, esser piú ria
Della classe Pretesca mille volte
96 L’Avvocatesca ignuda empia genía.
Spregiudicato i’ mi tenea, stravolte
Da nuovi pregiudizi in me l’idee:8
99 Quindi io l’orme da Roma ho già rivolte.
Spronando ver le Adriache maree,
Rido in Loreto dell’alata Casa,9


  1. 73-75. Famosi anche oggi i vetturini napoletani per l’abilità con la quale guidano, traverso a vie formicolanti di popolo e di carrozze, i loro cavalli.
  2. 77. Torino era allora - lo dice l’A. nell’Aut., - una microscopica città; ma Genova, che egli aveva veduto due volte, non era essa vasta?
  3. 79-81. A Napoli l’A. era andato con un Fiammingo, accompagnato dal rispettivo aio, e con un Olandese, e in quella città aveva trovati altri giovani ignoranti come lui e quanto i suoi compagni di viaggio.
  4. 84. Tra scervellati, che non facevano che mangiare.
  5. 87.Credo che questo verso sia dell’A., con prima parte tolta in prestito dal Tasso (Gerus. lib., I, 2):
    D’altri diletti che de’ tuoi le carte.
  6. 89. Coliseo è la forma popolare per Colosseo.
  7. 92. E, con l’oltramontaneria, l’antipatia per la religione cattolica (v. 89) combattuta dagli Enciclopedisti, le cui idee erano, per cosí dire, diffuse nell’aria.
  8. 97-98. Non poteva dirsi spregiudicato, se agli antichi pregiudizi ne aveva sostituiti degli altri.
  9. 101. L’alata casa; la leggenda narra che nella notte del 29 maggio 1299 la casa di Nazareth fu trasportata dagli angeli sopra un colle delle Marche, posseduto dalla famiglia Antici di Recanati. — Pur men risibil ecc.; ai misteri del Paganesimo l’A. disse piú volte di preferir quelli della religione cristiana, e intorno a ciò può vedersi la sat. L’antireligioneria.