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rime varie 69


XC (1783).

Deh! dove indarno il vagabondo piede
In giro porto, ad alleggiar mia pena?
Già, per andar cangiando ogni dì sede,
Non verso io il pianto da men larga vena.

Senna, e Tamigi, ove ogni stolto ha fede
Che alberghi sol beatitudin piena,
Visti e rivisti ho già; nè in me più riede
La vaghezza che l’uom d’attorno mena.

Ma, se anco pur del patrio nido or dianzi
Uscito io fossi; o a più remote sponde
Volo drizzassi non tentato innanzi;

Non per monti varcar, nè solcar d’onde,
Vedrei mai chi pareggi, non che avanzi,
Quella ch’io sempre chiamo, e non risponde.

XCI (1783).

So che in numero spessi, e in stil non rari,
Piovon tuttor dalle italiane penne
Lunghi e freddi sospir d’amor volgari,
Per cui, da Laura in poi, niun fama ottenne.

E, fra il nembo densissimo perenne,
So che i miei non saran certo più chiari:
Ma so, che nè in pensiero a me pur venne
Di far, ch’altri per lor mio nome impari.

Sol, se queste mie rime un dì verranno
D’alma che sia d’amor verace schiava
Ad ingannare, o interpretar l’affanno;

Che la mia donna ogni alto onor mertava,
Spero, i pochi amatori allor diranno;
Ch’io, se non altro, ardentemente amava.