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EPOCA TERZA. CAP. V. 135


CAPITOLO QUINTO.

Primo soggiorno in Parigi.


Era, non ben mi ricordo il dì quanti di Agosto [1767], ma fra il 15, e il 20, una mattina nubilosa fredda e piovosa; io lasciava quel bellissimo cielo di Provenza e d’Italia; e non era mai capitato fra sì fatte sudicie nebbie, massimamente in Agosto; onde l’entrare in Parigi pel sobborgo miserissimo di S. Marcello, e il progredire poi quasi in un fetido fangoso sepolcro nel sobborgo di S. Germano, dove andava ad albergo, mi serrò sì fortemente il cuore, ch’io non mi ricordo di aver provato in vita mia per cagione sì piccola una più dolorosa impressione. Tanto affrettarmi, tanto anelare, tante pazze illusioni di accesa fantasia per poi inabissarmi in quella fetente cloaca. Nello scendere all’albergo, già mi trovava pienamente disingannato; e se non era la stanchezza somma, e la non picciola vergogna che me ne sarebbe ridondata, io immediatamente sarei ripartito. Nell’andar poi successivamente dattorno per tutto Parigi, sempre più mi andai confermando nel mio disinganno. L’umiltà