Ella piegò le sue ginocchia al suolo,
E ubbidienza in lei vinse il desío 180D’erger al centro suo l’ultimo volo.
Allor Pietade incominciò: Tu, Dio,
Tu, Padre, invita nel tuo sen beato 183Quest’Alma tolta al carcer suo natío.
Questa delle mie cure è un pegno amato,
Ch’io fin d’allor, che Fede a te la strinse, 186Le tenni Speme e Caritade a lato:
Questa il terreno Amor schiva rispinse
Dal casto core, e l’amor tuo v’accolse, 189E dove l’un ardéo, l’altro s’estinse:
Questa il real virgineo piè rivolse
Su l’orme tue pei sentier aspri e duri, 192Nè dell’asprezza lor giammai si dolse.
Poichè tu sei puro amator dei puri,
Cangiale in manto di perpetue stelle 195L’orror sofferto de’ suoi giorni oscuri:
Tergi dagli occhi suoi, tergi tu quelle,
Che già sparse per te ne’ tristi tempi 198Del suo peregrinar, lagrime belle;
E l’inebbria di gaudio, e la ríempi
Della tua stessa Deitade, e in lei 201Tu la tua grazia, e la sua gloria adempi.
Chiamala dunque dagli amplessi miei
Per la tua tríonfal diletta Croce 204Ai beni immensi, ove bear la dei,
Chè non fia più, che l’invido veloce
Tempo, o la Morte isterilisca, o rube. 207Tacque Pietade; e sorse un’altra voce
Con suono emulator di mille tube:
A terra, Angeli e Turbe, amore e acquisto 210Del divin Sangue; e allor s’aprío la nube,