Pagina:Alfonso Varano - Opere scelte 1705-1788.djvu/92

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70 visione

Che noi scorgendo a compier pronti il giro
     Delle scoscese vie dietro tai grida:
     483Ah forsennati! e qual cieco deliro
Sovra sterili balze ora vi guida?
     Qual vi trae fama nell’ignobil loco,
     486Ove nulla d’Onor speme v’affida,
Anzi v’aspetta sol ludibrio e gioco?
     Per queste voci, onta spiranti e danno,
     489All’Angiol dissi: Oimè! molto, nè poco
Il lor misero fin color non sanno.
     Ma donde avvien che gl’ingannati a prova,
     492Noi, che seguiam il ver, taccian d’inganno?
Ed egli a me: Nel tuo pensier rinnova
     Quei, che su lo scheggion carmi leggesti
     495Ignoti a te, che il rammentarli or giova.
Gli sparsi dal primo Uom semi funesti
     Di necessario error nell’Alme umane
     498Dal guasto cor più sviluppati e desti
Tolsero il ragionar dritto alle vane
     Menti, che nelle oscurità natíe
     501Dal retto senno idee nudrír lontane;
Onde le voglie in gonfio orgoglio rie
     Giuste sembráro all’offuscato germe,
     504Cui d’umiltate chiuse eran le vie.
Or chi pel seme, e pel costume inferme
     Le genti trar potea dai falsi liti
     507Di gloria, ov’eran ciecamente ferme,
Ed ove quei, che fur tra il volgo arditi,
     Falso a portar di sapíenza ammanto,
     510Degli altri anch’essi a par givan smarriti?
Dovea grande, inudito esser, e tanto
     Maggior d’ogni pensar l’esempio umíle,
     513Quant’era sommo d’alterezza il vanto;