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Pagina:Alfonso Varano - Opere scelte 1705-1788.djvu/93

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quarta 71

Tal che in mostrarsi a chi lo diè simíle,
     Nullo, e indocile ancor fra i più superbi
     516Schivo ne fosse, o il riputasse a vile.
Oh invincibile Amor! che per l’Uom serbi
     Non mai stanca pietade, a te si debbe,
     519Che obbietto or sian d’onor gli scherni acerbi:
Per te carne vestir fral non increbbe
     Al Verbo eterno. In così dir piegossi
     522L’Angel profondamente; e poich’egli ebbe
Adorato l’Uom-Dio, dal suolo alzossi,
     E ripigliò. Non qual l’Ebrea sel finse
     525Vanitade, in real pompa spiegossi
Questi: non mai lo scettro avito strinse
     A lui dovuto e alla Virginea Madre;
     528Ma ad umiltate squallida s’avvinse;
E mentre mille avea d’Angeli squadre
     A un cenno pronte, e co’ prodigj immensi
     531Palese in sè fea la virtù del Padre,
Sì spregevole amò stato, cui pensi
     Invan giunger altr’uom abbietto, e fèlse
     534Segno ai sospir di caritate accensi;
E confitto sul tronco infame scelse
     Pender qual reo, finchè l’Alma divina,
     537Non forza altrui, ma suo voler gli svelse.
D’amor maravigliosa opra sì fina
     Come estimolla coi mentiti Saggi
     540La sapíenza insiem Greca e Latina?
Questa di finti Dei nomi e lignaggi
     A compor usa, ed a crearsi i Numi
     543Facili agli odj ed agli alterni oltraggi,
E pari agli empj ne’ peggior costumi,
     A folle ascrisse atto di Fè, che in braccio
     546Di morte un Dio chiuder volesse i lumi: