Tal che in mostrarsi a chi lo diè simíle,
Nullo, e indocile ancor fra i più superbi 516Schivo ne fosse, o il riputasse a vile.
Oh invincibile Amor! che per l’Uom serbi
Non mai stanca pietade, a te si debbe, 519Che obbietto or sian d’onor gli scherni acerbi:
Per te carne vestir fral non increbbe
Al Verbo eterno. In così dir piegossi 522L’Angel profondamente; e poich’egli ebbe
Adorato l’Uom-Dio, dal suolo alzossi,
E ripigliò. Non qual l’Ebrea sel finse 525Vanitade, in real pompa spiegossi
Questi: non mai lo scettro avito strinse
A lui dovuto e alla Virginea Madre; 528Ma ad umiltate squallida s’avvinse;
E mentre mille avea d’Angeli squadre
A un cenno pronte, e co’ prodigj immensi 531Palese in sè fea la virtù del Padre,
Sì spregevole amò stato, cui pensi
Invan giunger altr’uom abbietto, e fèlse 534Segno ai sospir di caritate accensi;
E confitto sul tronco infame scelse
Pender qual reo, finchè l’Alma divina, 537Non forza altrui, ma suo voler gli svelse.
D’amor maravigliosa opra sì fina
Come estimolla coi mentiti Saggi 540La sapíenza insiem Greca e Latina?
Questa di finti Dei nomi e lignaggi
A compor usa, ed a crearsi i Numi 543Facili agli odj ed agli alterni oltraggi,
E pari agli empj ne’ peggior costumi,
A folle ascrisse atto di Fè, che in braccio 546Di morte un Dio chiuder volesse i lumi: