Pagina:Alfonso Varano - Opere scelte 1705-1788.djvu/97

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quarta 75

E Povertade rigida, che fue
     Tranquilliimente pronta a render levi
     648L’aspre altrui pene, ed a gravar le tue.
Lascia, che la tua destra in questi brevi
     Momenti io baci, e un lagrimcvol pegno
     651Da me di riverenza almen ricevi.
Ei di vita benché languido segno
     Mostrasse appena, in me le luci fisse,
     654Che divampàr di sacro zelo e sdegno;
E la man ritraendo: Ah! perchè, disse,
     Tenti tu ne’ sospir di morte un reo,
     657Che all’immensa Pietade ingrato visse?
Quel Dio, che a noi vittima umil si féo,
     Perdoni a me, ch’ambe le braccia stendo
     660Alla Croce, in cui spento egli pendéo:
E il legno in abbracciar soggiunse: Io rendo
     L’Alma, che i falli suoi piange, e non scusa,
     663A Te, da cui la mia salvezza attendo.
Deh! impetra, io replicai, che appien diffusa
     Sul mio misero cor zampilli, e docce
     666La gran fonte non mai di grazie chiusa,
Che innonda queste avventurate rocce.
     Ma tal dal tronco sovra lui, che langue,
     669Pioggia grondò di sanguinose gocce,
Che tutto il tinse. Era la faccia sangue,
     E sangue il busto, e i lati. Egli divenne
     672Muto corpo, e ne’ moti estremi esangue,
E il disciolto spiegò Spirto le penne
     Della sua gloria al centro, e la ghirlanda
     675Aurea serbata a lui dietro gli tenne.
La Donna indi sclamò forte: Si spanda
     La memorabil fama ovimque il sole
     678Le fiamme sue nel globo opaco manda;