Pagina:Alfredo Dini Relazione intorno al funzionamento 1898.djvu/26

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«Verso le 12 e mezza un rombo sinistro, foriero di disgrazie, seguito da una violenta rottura di cristalli, fece scuotere la popolazione, che abita nelle vicinanze della Porta Fiorentina. Nessuno, a prima impressione, poté spiegarsi l’accaduto, e solo dalla polvere, che si inalzava dallo stabile Panichi, si arguì che bruciasse.

«La popolazione spaventata si riversò verso quell’abitazione, domandandosi cosa accadesse: quando si affacciò la servetta Polverini che, paralizzata dall’accaduto, ed in uno stato di emozione tale da non poter pronunciare parola, solo a cenni faceva capire che era successo un grave disastro.

«I primi accorsi, Bigi, Feroci, Dini e altri, entrarono in casa e vi trovarono la dolorosissima spiegazione.

«Il pavimento di una stanza che in altri tempi aveva servito da cucina, non si sa per quale causa, era rovinato trascinandosi seco una pila grave di pietra, e una conca piena di cenere.

«Questi corpi pesanti precipitarono in un salotto ove stava pranzando la famiglia Pazzagli, provocando la caduta del pavimento del secondo piano, e trascinando seco tutti i componenti; ed altrettanto successe al primo piano, ove era la famiglia Panichi, la quale era anch’essa intenta al desinare.

«Tutto, uomini e masserizie, fu trascinato nella caduta, fino al pianterreno!

«Si aprì a forza una porta di strada; e così principiò il salvataggio delle persone. La squadra pompieri organizzò subito un servizio di assistenza, che torna a sua lode, e di cui ne parlerò dopo.

«Estratte masserizie e qualche trave, si trovò la Elvira Panichi coperta fino all’ombelico dalle macerie; fu fatta pazientare un poco per estrarre il Pazzagli Leopoldo di cui si vedevano le estremità delle gambe.

«Questi, ferito gravemente alla base del cranio,alla spalla destra e al braccio sinistro, fu portato all’ospedale: e ancora non possiamo con sicurtà dire se sia fuori di pericolo.