Pagina:Alighieri, Giuliani - Opere latine vol I - 1878.djvu/126

Da Wikisource.

COMMENTI. 107


di Calabria, già detto Cene e volgarmente Coda di volpe, distaccato dal Peloro, or Capo di Faro, il primo de’ tre promontorj della Sicilia: Purg., xiv, 32.



Lin. 1. Nos autem nunc oportet rationem quam habemus periclitari. Giusta l’avviso del Fraticelli, il verbo «periclitari» del Testo latino qui non vale: porre a pericolo, come l’intese il Trissino, ma bensì: mettere alla prova, sperimentare. Ed in effetto vedremo che per nuovi argomenti l’Allighieri si studia di avvalorare la ragione, onde sia avvenuto che da un solo e medesimo linguaggio si originasse ne’ Linguaggj d’Europa quella variazione, di che si tocca nel Capitolo precedente. Oggidì si potrà di leggieri impugnare quanto or qui si vien ragionando, ma non resteremo per altro dall’ammirare la potenza di quell’Ingegno, che senza l’appoggio d’alcuna auiorità, e pur col suo naturale e acquistato valore si cimentò a trattare una sì difficile materia, non peranco definita dalla Scienza de’ moderni.

4. Quia per notiora itinera salubrius breviusque transitur. La prima Stampa e così le altre successive, come tutti i Codici, portano «salubrius,» ed invece la ragion critica e il contesto del discorso ne obbligano a leggere «securius,» che ben corrisponde al «periclitari» su accennato. Nè altrimenti sembra che abbia ritratto dal suo manoscritto il Trissino, traducendo: Conciossiachè per cammini noti più tosto e più sicuramente si vada. Il che s’accorda colla sentenza del Filosofo nel primo della Fisica, che cioè la Natura vuole che ordinalamente si proceda nella nostra conoscenza da quello che conoscemo meglio in quello, che conoscemo non così bene: Conv., ii, 1.

7. Nam quod in uno est rationale, videtur in aliis esse causa. Ciò s’interpreta dal Vicentino in questa guisa: Conciossiachè quello che nell’uno è ragionevole, pare che eziandio abbia ad essere causa negli altri. Indi per fermo possia-