Pagina:Alla-memoria-di-Pio-7.-Pontefice-Massimo-tributo-di-Quirico-Viviani.djvu/9

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tali conoscersi dovea superiore per la purità della vita, non sentia in se medesimo un solo pensiero che gli dicesse: gloriati di te stesso. L’umiltà fu sempre compagna dei giorni di Pio VII; e per questa noi vogliamo considerarlo vero eroe del secolo in cui viviamo. Oh! perchè non ho io colori da descriverlo quale ei si mostrava entro le regie stanze del Quirinale, cinto il capo del reale diadema, circondato di porpore, seduto su quel trono da cui Augusto glorioso dettava le leggi a tutta la terra?

Dirò solamente che da uomini per diversità di religione meno inclinati ad encomiare i romani pontefici io ho udito dire più volte, aver eglino ammirata la faccia di alcuno di quegli antichi Romani, che investiti del potere della dittatura ed elevati al più alto seggio della repubblica, serbavano la modestia e la schietezza di un semplice cultore della campagna; talmentechè nello stesso modo che in Quinzio dittatore si riconoscea quello stesso che pasceva le pecorelle nel prato, in Pio principe e pontefice si ravvisava il modesto aspetto di un virtuoso cittadin cesenate. I Principi potentissimi che visitaro-